La curvatura dello spazio-tempo prevista da Einstein è stata misurata grazie ad un’evanescente stella di neutroni, appena prima che diventasse impossibile osservarla: bisognerà attendere almeno 160 anni perchè torni ad essere visibile dalla Terra. Il risultato, ottenuto da un gruppo internazionale di astronomi guidato dall’università di Amsterdam, è stato presentato al congresso della Società americana di astronomia a Seattle ed è pubblicato in contemporanea sulla rivista Astrophysical Journal.
La stella in questione, distante 25.000 anni luce, è una pulsar che emette come un faro onde radio ogni 144 millisecondi, mentre trottola intorno ad una stella compagna all’interno di un sistema binario chiamato J1906. ”Seguendo il movimento della pulsar siamo stati in grado di misurare con estrema precisione l’interazione gravitazionale tra le due stelle”, spiega l’astronoma Ingrid Stairs, dell’Università della British Columbia. ”Anche se entrambe pesano più del nostro Sole – prosegue – sono comunque poste ad una distanza l’una dall’altra che è 100 volte inferiore rispetto a quella che separa la Terra dal Sole. La fortissima gravità che ne deriva genera effetti sorprendenti”.
Orbita dopo orbita, infatti, la pulsar si muove attraverso lo spazio-tempo curvato dalla massa della compagna, e lo fa inclinando progressivamente il proprio asse di rotazione: al momento i fasci di onde radio che emette a intermittenza non sono più diretti verso la Terra. ”La pulsar è ora quasi del tutto invisibile perfino ai telescopi più potenti sulla Terra”, afferma il coordinatore dello studio, l’astrofisico Joeri van Leeuwen, dell’università di Amsterdam. ”Questa è la prima volta che una pulsar così giovane scompare durante la precessione. Per fortuna – aggiunge – questa trottola cosmica tornerà ad essere visibile, ma l’attesa potrebbe durare 160 anni”. (Ansa)