I terremoti studiati dallo spazio. Da uno strumento italiano su un satellite cinese

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I terremoti studiati dallo spazio. Da uno strumento italiano su un satellite cineseI terremoti saranno osservati dallo spazio grazie allo strumento italiano destinato a volare su un satellite cinese. Il protocolo d’intesa sulla prima missione spaziale che vede insieme Italia e Cina è stato firmato a Pechino, nell’ambito della Conferenza Internazionale di Astronautica (Iac), da Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e China National Space Administration (Cnsa). ”L’obiettivo della collaborazione è capire meglio i fenomeni elettromagnetici che avvengono sulla Terra quando ci sono i terremoti”, ha detto il presidente dell’Asi, Enrico Saggese. Il lancio del satellite è previsto nel settembre 2016 e la sua vita operativa sarà di cinque anni.
La partecipazione dell’Italia al progetto Cses prevede la realizzazione di un rivelatore di precisione per la misura degli elettroni che precipitano nell’atmosfera dalle fasce di Van Allen, ha spiegato il fisico Roberto Battiston, dell’università di Trento e presidente della Commissione Astroparticelle dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). ”In questo modo – ha aggiunto – potremo sottoporre a verifica scientifica rigorosa i meccanismi che collegano il nostro pianeta e le sue dinamiche interne al plasma che circonda la terra, con l’obbiettivo di sviluppare nuove tecniche per il monitoraggio sismico dallo spazio”.

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Uno strumento italiano su un satellite cinese per studiare i terremoti, l'accordo firmato allo Iac di pechino (fonte: IAC)
Uno strumento italiano su un satellite cinese per studiare i terremoti, l’accordo firmato allo Iac di pechino (fonte: IAC)

La ricerca italiana si troverebbe così in prima fila nello studio sul rilascio di energia elettromagnetica durante i terremoti, un tema al quale stanno lavorando numerosi gruppi in tutto il mondo. ”Abbiamo deciso di procedere nella collaborazione con la Cina sul piano delle missioni scientifiche che prevedono la realizzazione di strumenti”, ha spiegato Saggese. In questo campo, ha aggiunto, ”l’Italia ha una grande competenza in materia di misure relative alle particelle, alla spettrometria e alla misura dei campi elettromagnetici”. In quest’ottica, ha proseguito Saggese, l’obiettivo è ”concludere con la Cina un accordo quadro, ossia portare avanti un discorso globale in campo scientifico”.

Molto piu’ complesso e’ invece il tema della collaborazione nelle missioni umane, che in Cina dipende da un’amministrazione diversa da quella che soprintende alle missioni scientifiche. Nella conferenza in corso a Pechino la Cina conferma la determinazione a completare la sua stazione spaziale per il 2020, dopodiche’ il suo interesse di rivolgera’ alla Luna. L’Occidente, invece, e’ molto piu’ concentrato su Marte e su una missione umana diretta a un asteroide. ”La prima concreta occasione di confronto – secondo Saggese – sara’ la conferenza che il 9 e 10 gennaio 2014 riunira’ a Washingon i ministri della Ricerca di 40 Paesi e i presidenti di altrettante agenzie spaziali. ”In quell’occasione – ha concluso Saggese – sara’ possibile capire se la collaborazione con la Cina e’ possibile e se potranno mai esserci missione congiunte fra lo spazio cinese e quello occidentale”. (Ansa)

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