Caldi e ricoperti da oceani, potrebbero ospitare microrganismi
I cacciatori di vita aliena mettono nel mirino una nuova e promettente classe di pianeti potenzialmente abitabili al di fuori del Sistema solare: caldi, ricoperti da enormi oceani e con un’atmosfera ricca di idrogeno, potrebbero ospitare microrganismi adatti a vivere in condizioni estreme. Il loro identikit è pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal dai ricercatori dell’Università di Cambridge, che hanno chiamato questi mondi ‘Hycean planets’: in teoria potrebbero essere più numerosi e meglio osservabili degli esopianeti di tipo terrestre su cui si sono sempre cercate tracce di vita, e per questo secondo i ricercatori potrebbero fornire importanti risposte già nel giro di due o tre anni.
I cosiddetti ‘Hycean planets’ “aprono una strada completamente nuova nella ricerca di vita”, osserva il primo autore dello studio, l’astrofisico Nikku Madhusudhan dell’Istituto di astronomia di Cambridge. Questi nuovi esopianeti possono essere fino a 2,6 volte più grandi della Terra e possono avere temperatura atmosferiche che arrivano quasi a 200 gradi: nonostante ciò, i loro grandi oceani potrebbero supportare forme di vita microbica simili ai batteri estremi che vivono sulla Terra. Inoltre la loro zona abitabile potrebbe essere molto più ampia rispetto a quella degli esopianeti terrestri: ciò significa che potrebbero ospitare la vita anche se orbitano intorno alla loro stella a distanze diverse rispetto a quelle considerate vincolanti affinché un pianeta terrestre possa presentare acqua liquida in superficie.
I ricercatori di Cambridge hanno già selezionato un numero consistente di potenziali ‘Hycean planets’ che saranno i primi candidati per le osservazioni con i telescopi di nuova generazione, come il James Webb Space Telescope che sarà lanciato entro l’anno. Questi pianeti orbitano intorno a stelle (nane rosse) piuttosto vicine a noi in termini astronomici, dal momento che si trovano tra i 35 e i 150 anni luce di distanza.
“Se l’esistenza di questi Hyceans planets venisse confermata, ci troveremmo davanti agli oggetti celesti più promettenti per la ricerca di forme di vita”, commenta Raffaele Gratton, astronomo presso l’Osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). “Questo studio ci ricorda ancora una volta che dobbiamo ampliare i nostri orizzonti e non limitarci a cercare pianeti simili a quelli che vediamo nel nostro Sistema solare. La vita potrebbe nascondersi anche su corpi celesti molto diversi che finora non avevamo considerato e, in questo caso, non sarebbe neanche poi tanto difficile da trovare”.
Il rilevamento di ‘spie’ della vita nello spettro dell’atmosfera degli Hyceans planets “trasformerebbe la nostra comprensione della vita nell’universo”, conclude Madhusudhan. “Dobbiamo essere aperti a ogni possibilità riguardo ai luoghi dove potremmo trovare la vita e le forme che questa vita potrebbe assumere, dato che la natura continua a sorprenderci in modi inimmaginabili”.