Il terremoto che ha colpito il Pakistan è stato superficiale ed è avvenuto in una delle zone più complesse della Terra, punto di incontro di tre placche tettoniche. ”Il sisma è avvenuto alla profondità di poche decine di chilometri ed è quindi potenzialmente dannoso, ha colpito una zona vasta, ma molto poco popolata”, ha osservato il sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Ganluca Valensise. Quello colpita in Pakistan ”è una delle zone più complesse della Terra poichè è il punto di incontro della placca Indiana, a Sud-Est, la placca Araba a Sud-Ovest e la placca Eurasiatica a Nord. ”Abbiamo scoperto – ha aggiunto il sismologo – che il terremoto è stato generato da una struttura tettonica nota, chiamata faglia Kirthar, orientata in direzione Nord-Est”. Secondo le prime stime la rottura della faglia potrebbe avere un’estensione notevole, fino a 200 chilometri e tocca la regione montuosa e deserta del Belucistan, affacciata sull’Oceano Indiano. ”In questa zona- spiega Valensise – si trova una catena montuosa con molti sistemi di pieghe, generati dal movimento di compressione causato dall’incontro delle tre placche”. In questa zona, infatti, sia la placca Indiana sia quella Araba spingono contro la placca Eurasiatica e scivolano progressivamente sotto quest’ultima al ritmo, rispettivamente, di 4 e 2 centimetri l’anno. L’ultimo terremoto avvenuto in questa area e confrontabile con quello di oggi risale al 1935, a Quetta, con una magnitudo compresa fra 7,7 e 7,8.
Terremoto in Pakistan, magnitudo compresa fra 7,7 e 7,8
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